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Una stagione amara quella di quest’ anno in prima categoria girone B per i biancocelesti del presidente Renato Cengia.
Il suo Illasi non è riuscito a coronare il sogno salvezza ed ha terminato all ultimo posto in graduatoria conquistando 18 punti in 30 gare giocate e 4 vittorie, 6 pareggi e ben 20 sconfitte.
Con l’illasi sono retrocesse in seconda categoria Bovolone e Brendola.
L’Illasi partito con l’esperto tecnico Antonio Ferronato in panchina non è riuscito ad ingranare e a nove giornate dalla fine esonerato lo stesso Ferronato gli e’ subentrato Christian Campagnari, che però non è riuscito a dare lo scossone nei giocatori della prima squadra, che la società voleva.
“Sono molto dispiaciuto per i miei ragazzi-afferma lo stesso tecnico Christian Campagnari-una stagione sfortunata e da dimenticare per tutti. Quando si retrocede gli errori possono essere vari e diversificati. E’ chiaro che nel girone di ritorno quel balzo in più che serviva non è stato fatto. Troppe poche le vittorie quattro e pesantissime le sconfitte venti. Due dati che si commentano da soli”.
Classe 1971 Campagnari in precedenza aveva guidato le formazioni di Ausonia, Juventina Valpantena, Isola Rizza Roverchiara,Scaligera, Rosegaferro e Parona tra Seconda e Prima Categoria.
Ma quali sono i valori del calcio pane e salame che si respirano nei nostri dilettanti?
Campagnari pragmatico risponde :” I valori dei dilettanti sono quelli del calcio nostrano fatto di pochi euro, tanta passione, a tutti i livelli e in tutte le categorie. Ritengo che in certi casi la competenza sarebbe un valore importante perché in ogni famiglia deve esserci il rispetto dei ruoli. Giocatori, allenatore, società, tutti i volontari che aiutano le piccole realtà a rimanere vive e in questo le categorie più basse dalla terza, alla seconda ne sono proprio l’esempio tangibile. Pochi rimborsi, una bella cena insieme, e via al campo. In queste categorie l’ amicizia che si instaura tra i componenti di squadra e il divertimento e tanta grinta, possono davvero fare la differenza”.
Se ripensa alla sua avventura all ‘Illasi aggiunge:
“Ho disputato le ultime 9 partite ad Illasi in prima categoria con una squadra ultima e non siamo riusciti a raggiungere la salvezza. Ci tengo a rimarcare che l’obiettivo primario era il consolidamento di un gruppo che stava facendo molta fatica. Abbiamo fatto buoni risultati, ci sono mancati il “tempo” e un pizzico di fortuna nei momenti chiave delle varie partite. Sono orgoglioso di aver allenato questo splendido gruppo al quale rimango molto legato a partire dal cap Alessio Bartolomioli. Alla società faccio i miei complimenti per la serietà e la dedizione senza escludere nessuno e al ds uscente Andrea Maggio per l’opportunità. Difficile pensarlo, ma credimi uscire più forte dopo una retrocessione e con l’omaggio di un’intero paese non è poca cosa!
In bocca al lupo per il futuro”
Ma cosa si prova nell’ allenare?
Campagnari con un briciolo di emozione aggiunge:
“Allenare e’ qualcosa di fantastico. Mi piace mettere al servizio dei ragazzi più giovani la mia esperienza, senza voler imporre le cose ma cercando di far vedere dalle situazioni di campo e di spogliatoio come un giocatore può risolvere una dinamica. Se riesci a convincere 20 persone, hai vinto sempre, non sarai valutato solo per i risultati, ma anche per quanto hai lasciato come persona dentro ad una squadra. Sarai ricordato e questo è bellissimo”.
Nel calcio dillettanstico manca il saltare l’uomo nell’ uno contro uno, senza dribblare e lanciare lanci lunghi da centrocampo nel pescare gli attaccanti.
Christian si sofferma su questo aspetto tecnico:
“L’uno contro uno dovrebbe essere un must del gioco del calcio. Il problema è che dobbiamo essere in grado di trovare più giocatori non queste qualità e allenarli già da piccoli.
Poi esiste un altro problema. Che la qualità dei singoli è sempre più scandente perché si gioca poco, non ci sono gli oratori, Tu vedi ancora in qualche campo parrocchiale dei bambini giocare?
Molto pochi
Poi c’è quello bravo, fa l’uno contro uno ma non finalizza mai e quindi i ragazzi devono abbinare la loro capacità nel saltare l’avversario al cross, al tiro, al passaggio. C’è molto da lavorare in tal senso”.
E’ il futuro? Cosa farà da grande mister Christian Campagnari?
“A me piace allenare, la categoria è importante, ma vorrei come desiderio personale poter lavorare con una squadra di qualità per alzare gli obiettivi personali. Ora sto alla finestra in attesa di nuove chiamate”.
(Roberto Pintore)
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Written by: redazione_sport
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